venerdì 14 dicembre 2018

Il Mercante di Perle

C’era una volta un mercante molto ricco. Era così ricco che le porte del palazzo nel quale abitava erano completamente d’oro e i pavimenti ricoperti di pietre preziose. Aveva più di cento servitori che si occupavano di soddisfare tutti i suoi bisogni e la sua tavola era sempre imbandita con cibi e frutti raffinati e rallegrata dalla presenza di molti amici.
Il mercante era a dir vero molto felice. Vestiva sempre con abiti eleganti le cui stoffe erano abbellite da magnifici ricami e dormiva lunghe notti su morbidi materassi di piume d’oca che lo cullavano in dolci sogni. Amava inoltre trascorrere pigramente le ore del pomeriggio rimirando e contando le sue preziose perle che custodiva in grandi forzieri e al cui fruttuoso commercio doveva la propria ricchezza. Erano invero perle molto belle e lucenti, di ogni colore e taglia che il mercante aveva acquistato nei suoi numerosi viaggi.


Un giorno il mercante si recò in città per affari. Partì quindi di buon mattino, in groppa al suo cavallo, pensando di far ritorno entro il calar del sole. Ma, mentre passava per una delle vie più affollate della città, notò un gruppetto di persone discutere animatamente fra loro. Avvicinatosi, sentì gli astanti tessere le lodi di un famoso asceta. L’asceta viveva in cima a un monte e, a quanto si diceva, non possedeva niente a parte i vestiti che aveva indosso e un’unica perla, talmente bella da far impallidire la stella più splendente. Gli uccelli del cielo venivano a rimirarla, portando all’asceta cibo, e gli alberi piegavano i loro rami omaggiandolo con frutti squisiti.
Il mercante fu meravigliato da un tale racconto.
 “Se solo potessi avere quella perla” pensò in cuor suo, “sarei l’uomo più felice della terra. Gli uccelli del cielo mi servirebbero e gli alberi inchinerebbero i loro rami al mio passaggio”. Così il mercante galoppò per miglia e miglia, attraversò valli e deserti e, quando arrivò ai piedi dell’alto monte abbandonò il cavallo e s’inerpicò su per le pendici scoscese fino alla cima. Ma una volta arrivato in cima non trovò nulla, a parte terra arida e sterile. Triste e affaticato, decise quindi di tornare a casa.

Mentre galoppava verso casa, il mercante si fermò vicino a un pozzo. Bevve lui abbondantemente e fece ristorare anche il cavallo. Stava per ripartire quando si avvicinarono alcune donne che discutevano animatamente fra loro. Le donne lodavano l’abilità di un celebre alchimista. L’alchimista viveva in una grotta e, a quanto si diceva, aveva fabbricato con la sua scienza e il suo ingegno una perla talmente bella da far impallidire il sole e la luna. La perla era in grado di tramutare il piombo in oro e aveva reso l’alchimista così ricco che i re e i potenti venivano da ogni parte per omaggiarlo e chiedere il suo aiuto.
Il mercante fu meravigliato da un tale racconto.
 “Se solo potessi avere quella perla” pensò in cuor suo, “sarei l’uomo più felice della terra. I miei forzieri si riempirebbero d’oro fino senza alcuna fatica e i re e i potenti farebbero a gara per onorarmi”.  Così il mercante galoppò ancora per miglia e miglia, attraversò valli e deserti e, quando arrivò in prossimità della caverna, abbandonò il cavallo e continuò a piedi tra rocce e sassi. Ma all’interno della caverna non trovò nulla, a parte ragnatele e pipistrelli. Triste e affaticato, decise quindi di tornare a casa.

Il mercante era già sulla via del ritorno quando intravide nel cielo una stella. Era una stella così bella e splendente che ne fu grandemente incuriosito. Il mercante seguì dunque la stella per miglia e miglia, galoppando attraverso valli e deserti e, quando alla fine si fermò, era ormai giunto in riva al mare. Stanco per il lungo viaggio, il mercante si addormentò. Il mattino seguente, svegliandosi, vide che il mare aveva deposto ai suoi piedi una conchiglia. Grande fu lo stupore del mercante quando, aprendo la conchiglia, vi trovò dentro una perla. Era infatti la perla più bella che avesse mai visto.
“Questa è davvero la perla più bella che abbia mai visto” gridò il mercante danzando felice sulla sabbia, “più splendente del sole e della luna, e più brillante di ogni stella!”
E la sua gioia fu talmente grande che non pensò più di tornare a casa, ma rimase lì in riva al mare a contemplare la sua preziosa perla, la perla più bella di tutte.

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